L'ANTROPOLOGO
I am an radical anthropologist
Radical : about the inherent, fundamental roots of an issue. To be radical is to get to the roots of things
Anthropology : the study of what it means to be human.
Group: a collective bound together by common aims.
Sono un antropologo radicale
Radicale: in merito alle radici inerenti, fondamentali di un argomento.
Essere radicali significa arrivare alla radice delle cose.
Antropologia: studio di ciò che significa essere umani.
Gruppo: un legame collettivo fra esseri umani legati da scopi/obiettivi comuni.
L'antropologia (termine composto col prefisso antropo-, dal greco ànthropos = "uomo" più il suffisso -logia, dal greco lògos = "parola, discorso") è la scienza che studia l'uomo dal punto di vista sociale, culturale, fisico e dei suoi comportamenti nella società.
L’antropologia è una disciplina critica - ed in potenza -, sempre istituente e trasformatrice di ogni ordine costituito, dove siano presenti elementi di oppressione e di ingiustizia, e tesa a costruire continuamente nuovi scenari colmi di benessere, amore e libertà per l’uomo e per la natura tutta. Essa è figlia di quella rivoluzione del tardo Settecento che nei suoi esiti migliori ha riconosciuto nelle differenze dei sistemi sociali, nella pluralità di sistemi simbolici e di valori, non la barbarie di ciò che è diverso, ma invece modi differenti di stare al mondo, degni di rispetto e che è prezioso conoscere.
La motivazione di ogni lavoro antropologico dovrebbe essere: contribuire al riconoscimento collettivo che la bellezza e la ricchezza del genere umano e dell’ecosistema sta nelle sue differenze, nella sua affascinante capacità di produrre sistemi di pensiero, sistemi simbolici, lingue e modalità espressive plurali e differenti; e a livello naturale nella diversità ecologica. L’antropologo si ritrova così ad essere anche ecologista profondo ed ecologista sociale.
Cosa fa un antropologo?
In fondo egli fa molti mestieri, ma tutti contribuiscono ad allargare l’orizzonte dove l’uomo posa i propri occhi.
Il suo mestiere-principe è quello di portare notizie da paesi lontani, fare conoscere tradizioni straniere, mettere in contatto mondi apparentemente estranei, fare comunicare persone e mentalità diverse. E questa attività può essere effettuata tanto in contrade lontane ed “ esotiche “, che nel quartiere multietnico della propria città.
L’antropologo documenta, descrive, fa etnografia, studia, raccoglie ed analizza le tradizioni, maneggiando tutti gli strumenti che le scienze mettono a sua disposizione: dai grafici che rappresentano i sistemi di parentela, all’inchiesta, al film etnografico, fino ad usare tutto ciò che viene offerto dall’informatica. Il suo lavoro diventa arte di vivere quando sperimenta l’osservazione partecipante, ossia vive ciò che studia e diventa ciò che osserva, ma mantenendo sempre 1% di consapevolezza, di distanza, di distacco, di libertà. E poi l’antropologo si trasformerà in costruttore di ponti, prezioso traduttore di tesori e linguaggi da un popolo ad un altro, da un tempo ad un altro, da una disciplina ad un’altra, affinché possiamo realizzare il nostro Sogno di Mistici Erranti della Profezia dell’Arcobaleno.
Tematiche, incontri e tecniche da condividere
- L’antropologia radicale, storia, scopi e tecniche.
- Corsi di liberazione dai condizionamenti socio-familiari, dalle manipolazioni settarie ed in generale dalle agenzie di socializzazione autoritarie.
- Attività interculturali e transculturali.
- Transe istituenti ed istituite.
- Seminari, corsi di formazione, workshops sul tema della multiculturalità, allo scopo di contribuire alla creazione di una comunità e di una coscienza collettiva, dove le differenze siano riconosciute e vissute come risorse e talenti invece che come occasioni di scontri e violenze interculturali ed interetniche.
- Iniziazioni al pensiero meticcio ( corsi di formazione per operatori che lavorano nel sociale…).
- Stages di approfondimento su elementi comparati di cultura, misticismo e religiosità, e questo tanto sui differenti territori bioregionali e le loro storie, che popolano la penisola italica da secoli, quanto per le tradizioni spirituali portate in Italia dai migranti, siano essi europei o extraeuropei.
- Percorsi di etnopsicologia, approcci transnazionali e transpersonali.
- Esplorazioni collettive di studio e di sperimentazione – attraverso lo strumento dell’osservazione partecipante - degli aspetti etnopsicologici ed etnopsichiatrici delle varie culture. La motivazione principale di questo lavoro interculturale è la costruzione di nuove mappe degli stati della coscienza umana e la creazione di nuovi paradigmi olistici sulla salute del corpo umano e del pianeta terra con tutti i suoi abitanti.
- Seminari, corsi di formazione, workshops per favorire l’integrazione di ragazzi e ragazze in difficoltà. Costruzione di percorsi che aiutino i soggetti con un passato di bambini resilienti, diversamente abili, orfani, sopravvissuti a guerre, cataclismi naturali, vita di strada, ad acquisire strumenti, cultura e conoscenze per crearsi un destino di benessere, autodeterminazione e libertà.