bouddha et larbre bodhi

Sciamano e Buddha sono!

chamane tambour et chevaux
 
Oggi molti occidentali si interessano tanto al buddhismo che allo sciamanismo, tant'è che alcuni parlano di boddhisciamanismo.
Questa ricerca è sperimentale. Elementi provenienti dalle due tradizioni “vengono mescolati nello stesso calderone”.
Ciò è molto lontano dal dogma e dall'obbedienza ad una autorità spirituale istituzionalizzata, ma è altrettanto lontano dal pensare di diventare sciamani o buddhisti tradizionalisti.
Si inserisce piuttosto nella via dei Mistici e degli Sciamani Erranti dell'Arcobaleno, delineata da Adriano Emil Alcide Pittin, nel libro “La via degli sciamani dell'arcobaleno”, dove i ricercatori spirituali  vanno al di là dei limiti dei rispettivi clan e tribù di appartenenza, e mettono insieme le parti luminose delle varie tradizioni.
Questa via è  rizomatica, e si intreccia con i Capelli Intrecciati di Harley Swiftdeer, il 4° livello andino di Juan Nunez del Prado,  la Profezia dell'Arcobaleno Rotante di Jamie Sams, l'approccio integrale di  Ken Wilber, lo Dzogchen di Namkhai Norbu, il Macroecumenismo di Marcelo Barros, l'uomo planetario di Padre Ernesto Balducci, i Capi Zero di Lupo Bianco (Hyemeohsts Storm) e tanti altri ed altre ancora.
Un altro approccio vicino a quello degli Sciamani Erranti dell'Arcobaleno è quello della Via sacra del guerriero nella visione di Shambhala come viene presentata da Chogyam Trungpa.
Sebbene vi siano delle relazioni tra la via del guerriero gentile di Shambhala e il buddhismo, le connessioni maggiori esistono con le tradizioni indigene, guerriere e sciamaniche del Tibet antecedente al buddhismo.
Tornando alla ricerca boddhisciamanica, è necessario notare che esistono differenze filosofiche importanti tra il buddhismo e lo sciamanismo, che devono trovare una superiore, e spesso pratica riconciliazione.
Una di queste differenze è tra la dottrina buddhista del non-sé e la cosmovisione sciamanica dell'universo che sostiene l'esistenza di numerose anime – nelle pietre, negli alberi, nelle montagne, nei fiumi, negli esseri umani, ecc.
Dunque lo sciamanismo enfatizza soprattutto la manifestazione dello spirito nei fenomeni, mentre il buddhismo privilegia il vuoto, la vacuità, shunyata.
Ritroviamo peraltro il Concetto di Vuoto in alcune tradizioni sciamaniche sotto forma della Grande Nonna Spazio e Vuoto primordiale, matrice femminile dove si trova la materia creatrice di ogni manifestazione fenomenica e dunque Prima Generatrice di ogni cosa, compreso il Grande Spirito.
Il concetto di vuoto è molto importante nella versione contemporanea del nuovo sciamanismo cresciuto in occidente.
Durante le crisi iniziatiche, le ricerche di visione o in profonde meditazioni, è molto utile ricordare che tutti i fenomeni potenzialmente terrificanti incontrati nel Mondo Inferiore rappresentano in realtà una costruzione mentale e sono basilarmente vuoti e transitori.
Un aspetto comune alle due tradizioni è l'importanza data alla nozione di cambiamento, ed in particolare il tema della morte come consigliera e della paura come momento di transizione da uno stato dell'essere all'altro.
È importante conoscere ed affrontare la paura con cuore aperto, con una acuta consapevolezza della situazione e con coraggio.
A queste condizioni la paura può trasformarsi in passaggio verso un modo di essere più ricco per la persona.
Lo sciamanismo e il buddhismo condividono anche la nozione di interdipendenza. Per lo sciamanismo siamo parenti con ogni forma di vita, e ciò ci fa riconoscere che niente può esistere in sé e per sé senza essere legato alle altre cose.
Di conseguenza non è positivo per gli esseri umani considerarsi separati e totalmente isolati dal resto della creazione.
I buddhisti pregano affinchè tutti gli esseri senzienti possano essere felici, guarire dai loro mali e raggiungere l'illuminazione.
Gli sciamani nativi dell'Isola della Tartaruga (continente americano) prima della cerimonia della capanna del sudore rivolgono la seguente preghiera a tutte le proprie relazioni: “A tutti i miei parenti”.
Ciò significa che gli esseri umani non sono gli unici a provare sensazioni e a sperimentare forme di consapevolezza; gli animali, le sorgenti, gli alberi, le pietre, ecc. hanno la loro sensibilità.
 
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Una filosofia di questo genere fornisce una solida base per una esistenza compassionevole e per creare delle relazioni armoniche ed equilibrate con l'ambiente naturale, nutrite dal rispetto e dalla venerazione nei confronti di qualsiasi forma di vita.
Vi è un altro motivo di vicinanza tra sciamani e buddhisti: è il concetto di altruismo.
La motivazione basilare che spinge un uomo o una donna a seguire la via che ha un cuore dello sciamanismo è aiutare gli altri a guarire, e ciò è molto simile alla nozione di Bodhicitta presente nel buddhismo e cioè il pensiero altruista di voler raggiungere l'illuminazione per poter essere di beneficio a tutti gli esseri.
Questa motivazione non egoistica è fondamentale nel sistema di credenze e nella pratica Mahayana.
Per alcuni versi poi, lo sciamanismo e il buddhismo si completano a vicenda.
Lo sciamanismo tende a privilegiare il lato istintivo della persona   - i chakra inferiori  del pensiero orientale – ed è per questo motivo che in esso è così importante sviluppare la forza dell'energia vitale.
Nel buddhismo si insiste invece in particolare sull'ascesa di questa energia nei chakra superiori, così diventa possibile unire istinti, sensazioni, sentimenti, mentale e spirituale.
Comunque lo sciamanismo insiste sullo sviluppo dell'aspetto istintivo, energetico e vitale perchè è impossibile diventare sciamani senza aver dato prova durante l'iniziazione e i riti di passaggio preparatori di una grande forza psicofisica.
In ragione della natura specifica dell'attività sciamanica – la guarigione e l'aiuto di chi si trova in difficoltà – un individuo poco o male integrato non può aspettarsi di sviluppare e dispiegare grandi talenti.
È dunque essenziale per l'apprendista sciamano sapersi centrare, concentrare e sviluppare l'energia vitale da una base solida, che è spesso identificata con il terzo chakra (chiamato manipura nello yoga), la zona situata sotto l'ombelico è chiamata “giardino d'energia” nello zen.
È così che l'iniziando riesce a superare le dure prove dell'apprendistato, trascendendo i meccanismi di difesa psichica, i ruoli e le identificazioni sociali e sviluppando spontaneamente una grande compassione.
Lo sciamano è una persona che da ferita è diventata guarita e attraverso questo processo diventa molto forte.
È in questa visione olistica di recupero di tutte le parti costitutive dell'essere umano che può essere bello tessere insieme gli elementi di una filosofia dellaTerra e della sopravvivenza istintuale e primordiale come lo sciamanismo con quello di una filosofia celeste che tende a favorire il mentale e lo spirito come il buddhismo.
 
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Ecco come il buddhismo definisce il prendersi cura degli altri con compassione e consapevolezza.
 
 
Nelle scuole che seguono la tradizione tibetana, così viene definita la compassione illuminatata per tutti gli esseri senzienti, si usano  alcuni concetti  fondati sul  Bodhisattvacharyavatara di  Shantideva:
 
«Allo stesso modo dei sugata (buddha) del passato che hanno raggiunto la bodhicitta e hanno avviato il percorso di bodhisattva, anche io risveglierò la bodhicitta e avvierò gradualmente questa formazione per il bene di tutti gli esseri senzienti. Oggi la mia nascita è fruttuosa, la mia condizione umana è giustificata. Oggi nasco nella famiglia dei buddha, sono figlio dei buddha. Da questo momento terrò una condotta degna di questa famiglia e non la macchierò. Come un cieco può trovare una pietra preziosa tra i rifiuti, questa bodhicitta è emersa in me. Di fronte a tutti i "protettori" invito tutti gli esseri senzienti a realizzare lo stato di sugata  e in attesa di questa la felicità temporanea. Possa la preziosa bodhicitta sorgere in coloro in cui non è ancora nata, e in chi è già presente non diminuire ma sempre crescere. Che nessuno di loro si allontani mai dalla bodhicitta e che possano sempre volgersi unicamente all'azione "illuminata"»
 
Ecco la stessa prospettiva illustrata nella prosa degli Sciamani Erranti:
 

I 4 voti del Bodhisattva, seconda la visione dei Mistici dell'Arcobaleno Rotante di Pace.

Gli esseri sono innumerevoli,
voto di aiutare tutti.
Le sfide sono innumerevoli,
voto di affrontarle tutte.
Gli insegnamenti sono infiniti,
voto di apprenderli tutti.
La Via del Buddha è suprema,
voto di realizzarla.
 

Gli esseri sono innumerevoli, voto di aiutare tutti.

Dedicare la propria pratica agli altri non significa che dobbiamo lasciare il nostro lavoro, i nostri affetti e partire andando per il mondo ad aiutare i diseredati, gli ammalati e i poveri. Se sentite di fare questo molto bene, ma non ha niente a che fare con il dedicare la propria pratica agli altri. Faccio un dono a Médecins sans Frontières, aiuto i ragazzi in difficoltà, mi prendo cura di un bosco, difendo e valorizzo le culture tribali ed indigene...ad esempio...ma anche molto, tanto altro.
 

Le sfide sono inumerevoli, voto di affrontarle tutte.

Dedicare agli altri la propria pratica, significa fare un lavoro continuo per abbandonare il proprio ego,  i propri attaccamenti e condizionamenti che ci separano dalla verità e quindi dagli altri. E questo vuole dire andare permanentemente oltre i confini come scrive bene Ken Wilber, deistituzionalizzare l'esistenza con Franco Basaglia, deterritorializzarci seguendo rizomatici desideri come dicono Gilles Deleuze e Félix Guattari, rifondare continuamente delle pratiche e delle esperienze istituenti con Georges Lapassade, effettuare il viaggio antipsichiatrico nello spirito di Ronald Laing, danzare delle transe spirituali e bioenergetiche con Alexander Lowen, ascoltarci ed accoglierci con Carl Rogers.
 

Gli insegnamenti sono infiniti, voto di apprenderli.

Ogni azione vissuta con consapevolezza mi insegna a vivere meglio, mi avvicina al mondo e rende sempre più sottile quel muro che mi separa da tutto. Tutti, se viviamo con consapevolezza  e non solo per il nostro beneficio personale, siamo dei Bodhisattva in potenziale, ma dobbiamo ancora trovare la via per esprimere questa nostra natura. La via degli Sciamani Erranti dell'Arcobaleno  ci offre  l'opportunità di percorrere la via  che ha un cuore, che esprime davvero e al meglio la nostra vera natura di Esseri Illuminati che Percepiscono come dice mirabilmente Don Juan Matus.
 

La Via del Buddha è suprema, voto di realizzarla.

Tutti siamo già dei Buddha,  dobbiamo solo farne esperienza per rendercene conto, per risvegliarci. Allora vivremo liberi in armonia con gli altri e ogni cosa che faremo sarà di beneficio per tutti gli Esseri.
È lo stesso concetto di quello del seme dell'Inca che possiamo fare fiorire in noi, secondo la tradizione mistica andina, o ancora il risvegliare il Re Artù dormiente in noi della via celtica ed occidentale.