LA VIA DEL GUERRIERO
In tutti gli esseri umani è presente una carica di aggressività che è una naturale manifestazione dell’istinto di sopravvivenza; se questo potenziale bioenergetico viene costretto o limitato può sfociare in alienazione individuale o, peggio ancora collettiva. Jung scrisse pagine memorabili tra le due guerre mondiali, dove prevedeva che l’occultamento e la rimozione degli archetipi guerrieri e divini come Odino avrebbero scatenato movimenti collettivi portatori di incredibili conflitti e violenze,…e così fu.
La sopravvivenza del guerriero è legata alla sua capacità di adattarsi, deve essere in grado di trasformare qualsiasi avvenimento a suo vantaggio, deve attivare nei confronti dell’esistenza un atteggiamento aperto, flessibile, rivoluzionario e magico. La vera guerra è contro i nemici interiori: la paura, la presunzione, l'odio, la disperazione, l'invidia, l’ignoranza. Il guerriero ha il potere personale, il coraggio e la chiarezza per affrontare le sfide interiori, che lo mettono in grado di affrontare quelli esteriori con intelligenza, autodisciplina e saggezza.
La pratica delle arti marziali quali il karatè, lo judo, il kung fu, l’aikido o il tai chi chuan, e il loro studio sono da compiere per stadi, senza voler bruciare le tappe con costanza, dedizione e umiltà, aspettando che la natura faccia il suo corso e che i cambiamenti avvengano spontaneamente. Salendo un monte bisogna far attenzione ad ogni singola tappa senza saltarne né sottovalutarne neanche una, così sì è consapevoli della salita e si potrà percorrerla con sufficiente sicurezza e serenità.
In più, saremmo poi in grado di insegnare il percorso ad altri, e risulteremmo essere guide affidabili.
Lo sviluppo di ognuno di noi procede per stadi, restando troppo a lungo a un certo livello, la nostra crescita risulterà stentata, mentre se ci affrettiamo a superarlo non si trarrà insegnamento dalla esperienza del momento. Così una crescita non equilibrata ci metterà di fronte a battute d’arresto, che ci costringeranno a tornare sui nostri passi per rimediare.
Cercare di discernere i vari stadi della via, riconoscendo il passaggio da una fase all’altra è importante, e va compiuto – di regola - un passo alla volta, utilizzando le tecniche adeguate, e avendo di mira gli scopi più adatti. L’osservazione, la quiete mentale, l’attività svolta con passione e la creatività portano ai buoni cambiamenti. Si raccolgono i frutti lungo il sentiero della pratica della via del guerriero.
Alcuni degli incontri proposti
- L’arte della caccia e della sopravvivenza nella wilderness.
- Il guerriero nella città, l’opera di Carlos Castaneda.
- Affrontare i piccoli tiranni, dalla psicologia sociale all’evoluzione spirituale.
- Il tracking, la via del cercatore di tracce, ovvero lo zen del mistico della foresta.
- Le arti marziali. Insegnamenti, pratiche, cerimonie.
- La via del guerriero pacifico, trainings per la gestione, trasformazione e risoluzione dei conflitti, usando tecniche nonviolente ( giochi, drammatizzazioni, riflessioni individuali e di gruppo ).
- Il teatro e la maschera, dai ninja al Living Theatre, molteplici vie del cambiamento.
Io cerco persone interessate/motivate che ascoltino la voce dell’aikido, non per correggere gli altri, ma per correggere la propria mente. Morihei Ueshiba.