LO SCIAMANISMO
L’ANTROPOLOGO, IL SANTO E LO SCIAMANO
1. Il viaggio sciamanico
Da millenni l’essere umano sperimenta stati di consapevolezza differenti rispetto alla coscienza ordinaria e convenzionale, che utilizziamo per muoverci nelle attività della vita quotidiana. Le sperimentazioni di peak experiences ( esperienze di vetta ), definite così dallo psicologo Abraham Maslow, ci permettono di trascendere i limiti normali del nostro stare al mondo e ci fanno accedere a livelli estatici e mistici che ci mettono in contatto con i piani del Divino. La pratica delle transe sciamaniche rende possibile per ogni essere umano la scoperta diretta della propria visione e missione nella vita, con illuminazioni, rivelazioni, oracoli vissuti in prima persona, senza la necessità di intermediari che controllino e spieghino l’evoluzione spirituale di ogni singolo essere.
Il viaggio sciamanico
Il viaggio sciamanico, effettuato con l’ausilio di percussioni tradizionali, sonagli, e altri strumenti induttori di transe, permette di entrare con semplicità ed efficacia nella realtà non ordinaria o spirituale, conosciuta solitamente in altro modo attraverso i miti, le leggende, le grandi narrazioni mistiche e religiose.
La danza degli animali guida
Esperienza primordiale di transe ottenuta con la danza, in cui si sperimenta il mimetismo sacro con gli Spiriti Ausiliari in Forma Animale.
Viviamo qui l’esperienza dei grandi archetipi della vita, per come sono stati elaborati nei millenni della preistoria, dalla religione originaria dell’umanità.
L’incontro con l’alleato spirituale
Nello sciamanismo tradizionale, l’alleato viene raffigurato generalmente come un animale, e spesso anche i praticanti contemporanei lo vedono così. In realtà l’incontro con il proprio spirito amico è personale ed individuale. L’alleato si manifesta tramite il corpo, e non è la ragione che lo rappresenta, lo spirito ausiliare non ha un aspetto particolare e se ne possono cogliere essenzialmente solo gli effetti.
L’alleato è un aspetto del mondo spirituale ( o nagual ), e si trova al di fuori dell’ambito della razionalità condizionata, al di fuori della sua immagine del mondo. Lo si può percepire solo al centro della volontà negli istanti in cui la nostra immagine consueta è interrotta, è l’irruzione dello Spirito nella nostra vita.
L’esplorazione del Mondo di Sotto
Viaggio sciamanico nella zona archetipica dell’Inconscio, luogo e tempo delle Sfide che la Psiche affronta nel suo viaggio evolutivo. È il pellegrinaggio nella Foresta, effettuato dall’eremita-guerriero e dalla donna-medicina per trovare nuove Risorse, nuove Visioni in grado di guidare verso nuove Avventure esistenziali. Qui può anche presentarsi il conflitto/incontro con l’Ombra.
Il volo dello Spirito in Cielo
Viaggio sciamanico nella zona archetipica del Sé, del Superconscio, dell’Anima, del Trascendente.
Qui avvengono gli incontri con le proprie guide spirituali, in qualsiasi forma si manifestino ( santi, angeli, animali, montagne, alberi, antenati, oceano, dei e dee, esseri illuminati o spirituali ). È l’ambito del contatto con la Grande Madre Spazio, con Dio Padre, con il Figliolo Divino e lo Spirito Santo.
L’autoguarigione ( lo smembramento iniziatico, morte e rinascita dell’essere)
Viaggio sciamanico in uno dei Tre Mondi Archetipici dell’Essere con lo scopo di effettuare una attività terapeutica, una azione focalizzata di guarigione spirituale all’interno del proprio Corpo-Spirito. Qui nel mondo Imaginale – dove i significati assumono forma corporea – viene sperimentata lo smembramento iniziatico dell’Io, la morte e la rinascita dell’Essere. Ne esiste una versione lamaista, è il chod, il sacrificio del Sé. Questa modalità si effettua attraverso la pratica della meditazione.
La ricerca dell’animale guardiano per un'altra persona
Viaggio sciamanico in realtà non ordinaria o spirituale, allo scopo di aiutare un'altra persona. Qui l’obiettivo dell’esperienza estatica è quello di contattare l’alleato spirituale di un altro essere vivente ( infatti può trattarsi di un bipede umano, un animale, una pianta, un luogo geografico, un defunto, un tempo della storia ), e poi di inviargli questo Potere di Aiuto.
La ricerca dell’anima perduta
Viaggio sciamanico in realtà non ordinaria, a volte nell’Arcobaleno, alla ricerca di una anima smarrita. È un processo di scoperta, riappropriazione e ricomposizione di una parte nascosta, dimenticata o rimossa della psiche. La perdita – o congelamento, isolamento, ritiro - di una parte del Sé avviene solitamente in seguito a gravi e profondi traumatismi, dai quali ci si può salvare separandosi dalla realtà interiore più esposta alla violenza e a volte al pericolo dell’annientamento.
Viaggio sciamanico nel mondo di mezzo
Esperienza estatica che permette di viaggiare ed esplorare delle interzone del Mondo di Mezzo, o del tonal, o ancora la dimensione materiale, sia essa corporea ed umana o geografica ed ambientale. È propriamente un allargamento della coscienza a zone più ampie della realtà.
Transe-dance, l’espressione dei ritmi vitali
Il movimento, il ritmo, il respiro, la danza esprimono la vitalità della persona, liberano l’individuo dai blocchi bio-trans-energetici, permettono alla vita di trovare la propria rappresentazione attraverso il corpo fisico. Le emozioni possono così diventare immagini in azione in uno spazio ed un tempo dove il teatro, le maschere e la parole divengono manifestazioni di una guarigione sacra. La danza degli Animali totemici diventa in questo modo una ierofania del Divino.
Lo spirito-canoa
Cerimonia collettiva di guarigione, in cui un gruppo di persone esplora la realtà non ordinaria, allo scopo di aiutare una persona o un altro essere vivente a superare una sfida, una malattia o una difficoltà di qualsiasi natura. Uno dei partecipanti avrà il compito di focalizzare la ricerca, coadiuvato e protetto dall’energia del gruppo.
Il processo si compie con l’ausilio di percussioni tradizionali.
L’estrazione degli spiriti intrusi
Nella terapeutica tradizionale, le malattie hanno sempre una causa prima spirituale. L’origine di molti disturbi si trova nel fatto che la persona ha subito una perdita di energia, che si manifesta con l’allontanamento dell’alleato spirituale o con la fuga dell’anima. In quei casi si ritrova l’energia scomparsa con la ricerca di un nuovo Spirito Amico o con la reintegrazione di una parte della psiche.
Altre difficoltà nascono invece dal fatto che poteri energetici, psichici, spirituali intrusivi e nocivi sono penetrati nella bolla energetica dell’individuo, ed in questi casi si effettua l’estrazione degli spiriti intrusi, che è una pratica avanzata dello sciamanismo contemporaneo.
2. La pratica spirituale nel mondo naturale
La persona appartenente alle civiltà tradizionali, così come i ricercatori transculturali impegnati nella ri/scoperta delle filosofie e terapeutiche indigene, tribali e spirituali sono consapevoli di vivere ed evolvere in un universo costituito da energie viventi. In tale realtà interconnessa ogni essere è in relazione con tutti gli altri, e questo sia nello spazio, che nel tempo, da qui l’importanza del culto degli antenati nelle spiritualità vicine alla Madre Terra.
In questa visione di ecologia olistica e spirituale le pratiche rituali, meditative, di empatia con l’ambiente naturale sono parte fondamentale. La wilderness ( natura selvaggia ) è epifania del divino.
Camminando in un universo di energie viventi
Siamo qui all’introduzione dell’argomento e passiamo in rassegna gli assunti basilari della filosofia spirituale indigena, con esempi tratti da diverse culture native – dagli indiani delle Americhe agli antichi germani e celti – fino ad arrivare alle speculazioni attuali della scienza occidentale rispetto all’ipotesi di vivere in un cosmo vivente dove “ siamo tutti parenti “.
La natura, fonte della forza vitale, luogo dell’incontro con il Sacro
L’ambiente naturale è sorgente di incontro con uno dei livelli di manifestazione del divino nel mondo dove sperimentiamo l’esistenza. Apprendiamo così conoscenze, procedure, e cerimonie che costituiscono un approccio pragmatico ad un vero e proprio misticismo naturale. Impariamo che la naturalezza è un buon modo di vivere, in armonia con i cicli naturali – manifesti e nascosti - e con noi stessi, ciò che è dentro è come quello che è fuori, ciò che è in basso è come quello che è in alto.
Il tempo delle stagioni, la Ruota annuale delle Cerimonie
I luoghi sono fonte di Potere, veicolano delle energie specifiche, splendidi siti naturali, santuari, templi, ma anche aree della geografia urbana ed industriale sono portatori di determinate forze cosmo-telluriche.
L’incontro con lo Spirito avviene anche attraverso l’esperienza del tempo, delle stagioni, di certi momenti del calendario. La tradizione celtica onora e utilizza la Ruota Cerimoniale dell’Anno.
Le otto principali cerimonie sono le seguenti, con le date relative:
- Samhain (vigilia del 31 ottobre), inizio dell’anno.
- Yule (solstizio d’inverno, 21 dicembre).
- Imbolc o anche Imbolg, Imbolic, Oimelc, Brigid o Bride (2 febbraio e vigilia).
- Ostara o anche Eostre o Eostar (equinozio di primavera, 21 marzo).
- Beltane o Beltaine (1º maggio e vigilia).
- Litha (solstizio d’estate, 21 giugno).
- Lughnasadh, oppure Lammas (1º agosto e vigilia).
- Mabon o Modron (equinozio d’autunno, 21 settembre).
Le date indicate sono valide per l’emisfero nord, dove queste feste hanno avuto origine, coloro che abitano a sud dell’equatore dovrebbero cambiare le date di conseguenza, per riflettere l’andamento stagionale del loro emisfero (in pratica traslando ogni ricorrenza di sei mesi). Ad esempio, in Nuova Zelanda Samhain andrebbe celebrato il primo maggio, mentre in Olanda si celebrerebbe contemporaneamente Beltane.
Offerte e riti nella natura selvaggia
Nella prospettiva olistica che è la nostra, una buona pratica di vita si basa su continui interscambi con ogni livello del Vivente, ogni relazione ed ogni essere sono interdipendenti, ciascuno deve qualcosa a molte altre creature ( da ciò che mangiamo, al vestiario, ecc. ). In lingua quechua l’interscambio si chiama ayni, nello sciamanismo runico è la runa Gebo o Gifu a rappresentare il dare e avere che garantisce l’armonia del Tutto.
È con questo spirito che impariamo ed intraprendiamo la pratica delle offerte, dei riti e delle cerimonie nell’ambiente naturale, essi sono scambi viventi con gli spiriti della natura e con gli elementi vitali dell’universo.
L’ispirazione di Padre Cielo e l’amore di Madre Terra
Qui entriamo in contatto con gli archetipi del Maschile e del Femminino. Macrocosmo e microcosmo sono in risonanza, si rispondono e si stimolano a vicenda.
La salita alla vetta del Monte è simbolicamente, spiritualmente e psichicamente l’incontro con lo Spirito maschile di Padre Cielo. L’inoltrarsi nella Valle, il fidarsi dell’abbraccio della Terra, raccogliere con gioia i frutti della Madre e ricambiarla con ricchi Doni significa celebrare le nozze con il Potere Femminile, il Sacro Femminino.
Questi due Grandi Spiriti hanno ricevuto numerosi nomi nel corso della storia, e possiamo onorarli nel modo che a noi pare più congeniale. Ma sempre con immenso rispetto.
3. L’incontro con il Selvatico, alla scoperta dell’Inconscio
Il praticante lo sciamanismo è l’uomo – o la donna – la cui mente percepisce e si apre facilmente ad altre forme, altre vite, l’essere che canta i sogni. La società civilizzata e strutturata in classi è una forma di ego di massa. Trascendere l’ego significa andare anche oltre la propria comunità di appartenenza. E “ di là “, verso l’interno, c’è l’inconscio. Verso l’esterno, l’equivalente dell’inconscio è il mondo selvatico, la wilderness: questi due termini si incontrano, ancora un passo più in là e diventano una cosa sola. Questo è il senso della pratica selvaggia contemporanea. Esperienze proposte qui sono la Tenda del Sudore, rito collettivo di purificazione; la Notte nella Caverna della Ricapitolazione, percorso energetico di liberazione psicogenealogica; la Camminata Notturna, meditazione di apertura sensoriale e psichica alla Foresta.
4. La Medicina per la Terra
La Medicina per la Terra è un approccio di ecologia spirituale che ha come scopo il dare aiuto al nostro pianeta, contribuendo allo stesso tempo alla illuminazione mistica di tutti e di ciascuno. È una via tantrica, sciamanica ed alchemica, di trasmutazione ai vari livelli dell’universo delle energie viventi. “ Come sopra e così sotto, come dentro così fuori “, ogni essere è legato a tutti gli altri punti della tela del Wyrd: “ Un battito di ali di farfalla nel golfo di Guinea può scatenare un terremoto in Giappone “. Questa frase sembra un paradosso zen, ma è la realtà nel mondo interdipendente ed interconnesso nel quale viviamo. Il passo successivo è divenire consapevoli che migliorando il nostro stare al mondo possiamo anche rendere il nostro habitat più vivibile e più buono. Imparando a trasformare i nostri pensieri e le nostre emozioni, arriveremmo anche a trasmutare ogni cosa, i quattro elementi, qualsiasi realtà.
Esistono alcuni buoni principi che ci possono aiutare a mettere in movimento questa dinamica energetica. Ne elenchiamo otto, uno per ogni direzione della Ruota della Vita.
L’amore
È l’energia motrice dell’universo, il Verbo di Dio, la Luce dei Raggi che emanano dal Cuore del Grande Mistero per dare la vita in Tutto Ciò Che C’è. È la Luce d’Amore di La’a kea, o Luce Sacra della tradizione sciamanica hawaiana. Portiamo questa vibrazione in tutte le dimensioni della nostra esistenza. Impariamo a benedire con la Luce d’Amore. Nel Buddhismo, esiste la nozione di Bodhicitta, e cioè lo sviluppo del pensiero altruista di voler raggiungere l’illuminazione per poter essere di beneficio a tutti gli esseri senzienti.
L’intento
È quell’energia che ci rende capaci di effettuare cose che sembravano impossibili.
È una forza pervasiva che interviene in ogni aspetto del tempo e dello spazio, ed è intimamente legata all’essere umano. È la spinta vitale che sta alla base di tutto. Il comportamento impeccabile del guerriero-sciamano rende l’intento manipolabile dall’uomo, e gli permette di uscire dai solchi tracciati dai condizionamenti psico-sociali dominanti ed aprire le ali della percezione.
L’ immaginazione
Possiamo immaginare il mondo in cui vogliamo vivere, ed i modi in cui vogliamo realizzarlo. Per rendere più efficace la proiezione della nostra visione, abbiamo la possibilità di utilizzare i nostri cinque sensi. Lo possiamo visualizzare in una serie di immagini, ma lo possiamo anche udire, con i rumori della natura, il canto degli uccelli, il rumore della metropolitana in arrivo. Il mondo ce lo possiamo immaginare anche attraverso i profumi, o gli odori – le foglie morte d’autunno nel bosco - e ne possiamo gustare i sapori. Lo possiamo sentire attraverso la pelle, scaldata dai raggi del sole, o accarezzata dalla brezza dell’alba marina. È la più grande alleata per sviluppare cose nuove, scoprire modi originali per aprire nuove piste, per miscelare ed intersecare cose all’apparenza inconciliabili, impensabili, inaccettabili.
La concentrazione
Questa qualità ci mette in contatto con il qui ed ora. È lo stato della presenza di cui parla lo Dzogchen. È anche la necessità di essere connessi con noi stessi, con il nostro intento, con il nostro Grande Spirito Interiore. L’energia segue l’attenzione, e quando siamo in grado di mantenere a lungo il timone della nostra nave nella direzione di un intento di Bellezza, raggiungiamo Terre Pure e Fertili.
L’armonia
La disciplina spirituale dell’armonia crea benessere, amore e armonia dentro e fuori di noi. Quando azioni, pensieri ed emozioni danzano in armonia con i nostri Desideri e la nostra Via che ha un Cuore lasciano dietro a noi soltanto orme di Bellezza, e trasmettiamo anche all’esterno frequenze e risonanze di energia fine e positiva. Conquistiamo in questo modo l’abilità di diffondere energia leggera, di guarigione, di libertà in tutte le Direzioni.
L’unione
Mitakuye Oyasin, “ siamo tutti parenti “, e ancora “ agiamo pensando al benessere delle prossime 7 generazioni future “, dicono i nostri fratelli lakota.
“ Il mio futuro è intimamente legato al benessere degli altri. Il mio benessere dipende da quello degli altri. La loro felicità è la mia Ci si rende conto allora che l’idea di interconnessione fra gli esseri e le cose è tutt’altro che astratta. “
Ho parafrasato alcune parole del Dalai Lama sull’ecologia del vivente.
La runa Feho, nella tradizione nordica, indica l’abbondanza e la circolazione dell’energia. Sentirsi uniti ci permette di creare delle azioni con potenza. Agire da soli, guidati dall’ego chiude in un orizzonte di limitazione e scarsità. Feho insegna che agire in unione e sintonia con il Grande Spirito ci porta in una realtà di abbondanza, in uno stato di serenità e rende possibile l’impossibile.
La focalizzazione o focus
Effettuiamo la Ricerca di Visione per scoprire la Direzione che vogliamo dare nella nostra vita. Quando conosciamo la meta, anche la Mission più ardua diventa realizzabile. Essere focalizzati sullo scopo, e mantenere l’intenzione nel tempo porta forza, chiarezza e armonia al nostro viaggio.
Il Vuoto.
È dal Vuoto primordiale che è generato l’Universo. È dal silenzio interiore che nasce la parola ispirata dal Grande Spirito.
« Per giungere a gustare il tutto, non cercare il gusto in niente.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere ad essere tutto, non voler essere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei. »
(San Giovanni della Croce)
Il silenzio
penetra nella roccia
un canto di cicale
(Haiku di Bashō)
5. La Ricerca di Visione, esplorando il Destino
La Ricerca di Visione è un pellegrinaggio esistenziale e mistico che ha lo scopo di portare l’individuo in un luogo di potere personale con l’intenzione di cercarvi e trovarvi stati e processi di illuminazione interiore che permettono di evolvere spiritualmente, guarire fisicamente, maturare emotivamente, allargare le nostre prospettive mentali ed ampliare l’area della nostra consapevolezza.
Queste avventure spirituali possono essere vissute in ambiente naturale, oppure in aree urbane o antropizzate.
6. L’arte dell’agguato, muoversi con i ritmi del Tao
L’arte della caccia e dell’agguato, le pratiche del cercatore di tracce, esperienze di mimetismo e di guerriglia psichica, la via del guerriero ci aprono nuove piste da esplorare.
Il mondo fenomenico che si può percepire a questi livelli è totalmente vivo, eccitante, misterioso, ci si riempie di tremante meraviglia, ci lascia in uno stato d’animo di gratitudine e umiltà.
Selvaticità è lo stato di completa consapevolezza. Per questo ne abbiamo bisogno.
Esistono forme di apprendimento e di training che seguono l’essenza delle cose.
Nel taoismo, addestramento non significa estirpare da sé il selvatico, ma invece liberarsi dai condizionamenti arbitrari e illusori: i falsi valori sociali che distorcono una natura umana essenzialmente libera e corretta.
L’avidità espone l’uomo stolto, come del resto la gallina stolta, al vigile occhio del falco nella catena alimentare, e ad una precoce impermanenza.