VIVERE LO SCIAMANISMO IN CITTA'
Lo sciamano ( uomo o donna ) è il guardiano, il custode dell'ecologia spirituale della comunità, egli facilita il mantenimento dell'equilibrio e dell'armonia tra i vari livelli della realtà ( individuale, familiare, sociale, naturale e cosmico ).
Lo sciamano garantisce buone relazioni tra le persone, tra le cose, tra gli eventi...e tra tutti questi ed il mondo dello Spirito.
Lo sciamanismo è tipico di società tradizionali e tribali che in origine vivevano di caccia, pesca e raccolta, popolazioni odierne che fanno dello sciamanismo il perno della propria esistenza sono, tra le altre, gli aborigeni australiani, i nativi amerindiani e molte popolazioni asiatiche e africane.
Con i primi anni ottanta molti “operatori culturali e spirituali” di società extra-europee iniziano a trasmettere le loro conoscenze agli occidentali; all'inizio antropologi, etnopsichiatri, medici, botanici, artisti e filosofi e poi via via sono diventate sempre più numerose le persone coinvolte in questo scambio tra culture diverse.
Ma cosa può dare una tradizione apparentemente arcaica ad un mondo come il nostro?
E qui assistiamo a ciò che sembra un paradosso: nel tempo della tecnologia
si riaffaccia sul palcoscenico della storia una filosofia di vita che affonda le sue radici nel paleolitico, lo sciamanismo.
Eppure il paradosso, ad una attenta analisi dei fatti, si dimostra solo apparente.
La diffusione della civiltà dell'informazione ha reso ormai comuni termini come: rete, connessione, spazio virtuale, simultaneità del tempo, possibilità di comunicare istantaneamente a lunghissime distanze.
Il profano potrebbe incontrare qui una prima sorpresa: i concetti basilari dello sciamanismo e dell'informatica sono molto simili.
Per lo sciamano tutto è interconnesso; la soluzione dei problemi va cercata in una realtà virtuale, astratta: il mondo dello Spirito raggiungibile tramite l'estasi visionaria; il tempo è ciclico e la Realtà Ultima è atemporale; grandi distanze possono essere superate grazie alla telepatia; grandi segreti
possono essere scoperti grazie alla divinazione.
Nello sciamanismo centro-europeo e nordico la metafora dell'universo è un'immensa tela di infinite relazioni chiamata Wyrd.
C'è però una differenza essenziale fra l'informatico del Web e lo sciamano del Wyrd: l'energia del primo è l'elettricità e se si toglie la presa di corrente
lo schermo del computer si oscura ( e in fondo basta un piccolo blackout...); l'energia del secondo è la forza vitale, responsabile di ogni forma di esistenza, a cui siamo collegati, da sempre da dentro.
Lo sciamano è interfacciato con il multiverso delle energie viventi nelle quali evolviamo, ed il suo telefonino è il suo tamburo che gli permette di comunicare con il Grande Spirito a volontà.
Nonostante questa differenza profonda, la diffusione dei computer potrebbe facilitare la presa di coscienza i molte persone verso una visione olistica, sistemica e spirituale della vita.
Lo sciamano è da millenni un navigatore dell'ignoto, le mete dei suoi viaggi non sono realtà virtuali già programmate ( ad un livello più o meno
evidente ), bensì i suoi territori interiori ed i paesaggi esterni delle sue relazioni.
Il veggente guaritore comunica con la propria anima, con il proprio io – organismico, ma anche con gli spiriti degli elementi, del tempo, delle direzioni, con le anime illuminate.
La sua vocazione è di aiutare sempre, non ferire mai, amare il più possibile se stesso, gli altri, l'ambiente.
Ma quali sono i valori e i principi ai quali si ispira lo sciamano contemporaneo?
I Kahuna, gli sciamani hawaiani, sostengono che vi sono sette leggi dell'energia, che, se ben applicate possono aiutare l'essere umano ad esprimere più compiutamente il proprio potenziale vitale.
Chiameremo queste leggi le sette chiavi dello sciamano.
La prima chiave per usare creativamente l'energia è che l'energia segue l'attenzione, l'energia fluisce dove va l'attenzione.
Durante tutti giorni della nostra esistenza produciamo continuamente energia tramite i pensieri, le sensazioni, le parole e le azioni.
Nella vita quotidiana sprechiamo, spesso inconsapevolmente, la nostra energia indirizzandola su persone, fatti, avvenimenti “sbagliati” ( buoni o cattivi che siano ), con sentimenti negativi, pensieri parassiti, parole dette a vanvera, azioni poco generose e comportamenti poco altruistici.
Il Kahuna non ritiene che si debbano eliminare o combattere i nostri “impulsi negativi”, quanto invece osservarli consapevolmente trasformando l'energia a nostro vantaggio.
Un segnale semplice ma sicuro che il nostro corpo ci invia per farci capire se la nostra attenzione è incanalata “giustamente” è se siamo carichi di energia. Se siamo stanchi, tesi, stressati o sovraeccitati ci viene segnalato che le nostre condizioni psicoenergetiche non sono ottimali.
Il nostro stato psicologico è un buon termometro per misurare la nostra condizione energetica.
Ma come si fa a bilanciare l'energia dei pensieri “negativi” quando ci si trova impigliati in esperienze poco allegre ( o vissute soggettivamente come tali )?
La risposta è che basta pensare ad un lato positivo dell'evento, così non si reprimono i pensieri critici, ma si esce dalla trappola generatrice di energia pesante. In una seconda fase, quando è possibile è utile passare all'azione in maniera creativa.
Facciamo un esempio.
Incontro una ragazza simpatica ad una festa, purtroppo è impelagata con una vera carogna, uno stalker, psicologo deviato e cialtrone, kinesiologo manipolatore e depravato sessuale, perverso narcisista.
Penso alla massima “Conosci te stesso, per evolvere.
Conosci il tuo nemico, per batterlo.”
Per affrontare e vincere il bastasu e caino divento esperto mindfucker, aiuto la giovane a sbarazzarsi dell'intruso parassita, libero una fetta del mio albero genealogico e mi diverto a fare un atto psicomagico per mettere alla berlina lo stalker e mandarlo in esilio a Sant'Elena.
La seconda chiave ci fa notare che il mondo è ciò che vogliamo vedere in esso.
Secondo la saggezza Kahuna sono i nostri sistemi di credenze che determinano la nostra visione delle cose, che a sua volta condiziona il nostro agire e il nostro stare al mondo.
È forse a questa conoscenza che si rifanno i sapienti dell'ebraismo quando ricordano che prima viene lo studio e poi l'azione.
Gli schemi mentali sono arbitrari, possono portarci benessere, evoluzione interiore e libertà oppure fanatismo, ignoranza e povertà; sta a noi decidere.
Nessun altro lo può fare per noi. Parole e pensieri come “devo” o “non posso” bloccano il libero fluire dell'energia vitale nel nostro corpo e portano disfunzioni e malattie.
Una personalità fanatica, autoritaria, impaurita è un sistema ecologico malato, carente di scambi con l'esterno e di vere connessioni con l'Io profondo.
Dovere non è né desiderare né volere.
Con questo schema il nostro psicosoma riceve il messaggio che noi siamo schiavi di chi ci dice che dobbiamo fare qualcosa.
Bisogna decidere consapevolmente per ciò che riguarda la nostra vita, allora si equilibra l'energia.
È importante plasmare da sé i propri pensieri, esprimerli ed essere creativi.
La fede è una forza immensa. Avere fede nella positività basilare della vita, cambiare i nostri atteggiamenti di fondo nella direzione della fiducia e della gioia, esplorare sistemi di credenze generatori di speranza.
E allora camminiamo nei sentieri del nostro amore e la nostra vita è sempre colma sino all'orlo di “cose buone”.
La terza chiave ci apre le porte del superamento dei nostri limiti, i limiti non esistono: le frontiere possono sempre essere spostate, scavalcate o abolite.
Molte limitazioni che abbiamo, o pensiamo di avere, sono interiorizzazioni mentali ed emotive di comandi condizionanti ricevuti durante la nostra esistenza. Più è bassa la vibrazione della nostra energia e più incontriamo dei limiti, ma è anche vero che più ci poniamo dei limiti e più la nostra energia diventa lenta e pesante.
Decidiamo noi le regole del gioco della nostra vita. Ognuno di noi ha detto “non lo ritengo possibile”. Si possono eliminare queste barriere del pensiero e permettere a noi stessi di ritenerlo possibile, anche se la ragione non riesce immediatamente a seguire.
Gran parte del nostro potenziale umano e naturale rimane inespresso e sconosciuto, lo chiamiamo inconscio e subconscio; lo sciamano lavora con quei livelli o stati di coscienza. È lì che la vita diventa un miracolo.
La quarta chiave dell'energia ci insegna che il momento per usare la nostra forza è ora!
Nella famiglia, nella scuola, nella società veniamo ricompensati se eseguiamo ordini, e puniti se li violiamo.
Visto che spesso non obbediamo alle regole si manifestano sensi di colpa, che a loro volta creano una bassa autostima. Tutto ciò crea dei ristagni e dei blocchi energetici.
Nei condizionamenti che subiamo si immagazzina dunque energia, che può essere liberata ed usata solo se agiamo in maniera consapevole. Per gli sciamani hawaiani non è il passato, né la prima infanzia e neppure le vite precedenti che determinano ciò che siamo adesso, ma le nostre credenze e decisioni che attuiamo ora.
Non c'è nessun peccato originale che tenga!
Dobbiamo indirizzare ora, verso l'azione il sovraccarico di Mana, l'energia vitale a nostra disposizione, che altrimenti non viene usata. L'energia serve solo se viene usata. L'energia deve scorrere per agire.
È interessante notare che questa impostazione è molto simile all'approccio centrato sulla persona creato dallo psicologo umanista Carl Rogers.
La quinta chiave è quella dell'amore. Amare significa essere felici con se stessi, con gli altri, con la natura e con il Grande Mistero.
“Ama il prossimo come te stesso”; l'amore per sé stessi è una condizione necessaria per amare gli altri, ma amare gli altri è fondamentale per scoprire le molte ricchezze dell'amore.
E per “gli altri”, gli sciamani, filosofi pragmatici ed animisti, intendono tutto il Creato, tutti gli esseri e tutte le cose.
Tutto è vivo, cosciente e sensibile. Vento, pietre, alberi, antenati.
La felicità è vivere l'attimo nel libero flusso dell'energia, è aprirsi alla vita, è incontrare con gioia il nuovo giorno e accettare con leggerezza quello che ci porta. Con leggerezza e profondità, dicono i maestri zen.
La meditazione, la respirazione, i rituali, le danze e gli atteggiamenti positivi aiutano a non nutrire la negatività, le paure, le preoccupazioni, con l'energia, ma farla scorrere liberamente.
L'amore aumenta con il diminuire della critica, del timore, del dubbio e della rabbia.
Molti problemi relazionali possono essere risolti dando amore all'altro, e, quando di fronte alle difficoltà si pensa di avere dato tutto, è il momento di dare ancora, chiedendoci se vogliamo amare davvero!
L'amore nasce da una sovrabbondanza di energia che vuole essere donata, come un fiore che offre il suo profumo indipendentemente dal fatto che lo si annusi o meno.
La sesta chiave ci parla del nostro potere personale, ci dice che il potere personale proviene dall'interno, da dentro.
Una buona vita porta ad un aumento, ad un rafforzamento, ad un libero fluire del Mana, della forza, dell'autorevolezza.
Creiamo la nostra realtà, il nostro mondo con ciò che crediamo, desideriamo, temiamo o dubitiamo.
Nessuno è vittima di una forza esterna che agisce fatalmente.
È importante imparare dalle esperienze dolorose e negative, in caso contrario la strada sarà sempre più in salita, per questo è essenziale la purificazione, il perdono.
Ognuno di noi è responsabile della propria guarigione, quando ne siamo consapevoli e non ne dubitiamo, tanto più velocemente si creerà ciò che desideriamo creare.
Tutte le nostre relazioni sono serbatoi di energia fine; senza manipolare e senza ferire, amiamo ed aiutiamo, così saremo colmi di Mana.
La settima chiave è costituita dalla forza della verità. La forza del nostro agire dimostra quanto viviamo nella verità.
I Kahuna non credono di essere i detentori dell'unica via spirituale corretta, né che i loro metodi funzionino sempre e in ogni situazione.
Sono invece flessibili spiritualmente, empatici ed aperti a percorrere le vie giuste per la singola persona nella sua specifica situazione.
La forza della verità implica una azione non violenta, energica ma anche dolce e rispettosa, perciò i fini sono già presenti nei mezzi. Gli sciamani e le sciamane sono tecnici e consiglieri, non teologi e sostengono che “chi
guarisce ha ragione”. È irrilevante se ci atteniamo ad una tecnica o a un dogma.
È importante dedicarsi solamente all'accettazione dell'altro e alla congruenza e trasparenza con sé stessi per poter veramente aiutare.
In questo senso l'efficacia è la misura della verità.
Se una via non porta alla meta, se un rimedio non produce successi, allora cerchiamo un altra via e un nuovo rimedio.
“Riscatteremo chi tende sempre verso qualcosa”, “c'è sempre un altro modo di fare qualcosa, c'è sempre più di una soluzione”, sono consigli legati alla settima chiave.
“Non mollare mai”, “non arrenderti mai!”. L'amore può tutto. La pazienza è un aspetto importante dell'amore messo in pratica. Nell'azione terapeutica e nell'agire non violento, quando non si riesce a trasformare l'oggetto della nostra azione, molto spesso siamo noi a dover cambiare, dentro e fuori.
Di fronte ad ostacoli e sfide cogliamo l'opportunità di inventare nuove soluzioni e di migliorare noi stessi. Ogni attimo è vissuto come pieno di Energia, di Potere, il fine è già nel mezzo, non si deve vivere male il presente ( come nel percorso sacrificale ) in attesa di raggiungere la redenzione finale.
Nuove avventure ci attendono ad ogni svolta della strada.
“Ora sono il Grande Mistero, nel quale vivo e mi muovo e nel quale ho il mio essere. Ora mi reco nel posto giusto. Ho semplicemente fiducia in questo!”
Aho, così è!